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Come si fa a distinguere un buon gelato? Ci sono dei parametri che il consumatore dovrebbe tener presente per comprendere quello che mangia?

L’Italia, e in particolare la città di Bologna, è ricca di gelaterie e cremerie. Moltissime producono piccole quantità di gelato (prerogativa essenziale per far sì che esso si possa ancora definire artigianale). Numerose sono le eccellenze della nostra città alle quali dare merito.

Se si vogliono far cantare le proprie papille gustative allora è bene scegliere un luogo dove l’artiginalità la fa da padrona. L’artiginalità in questo settore la si nota in un prodotto sempre fresco, destinato ad essere consumato nell’arco della giornata, e che non può essere e non deve essere conservato più di due giorni.

Diversamente, invece, agiscono quelle catene che hanno un laboratorio centrale che poi si occupa di smistare le miscele nei vari punti vendita all’interno dei quali ci si occupa poi della mantecazione. Spesso qui il gelato risiede nelle celle frigorifere per giorni e manca di quella freschezza di ingredienti che è la cifra caratterizzante dell’artigianalità.

Il gelato artigianale e quello industriale possono essere simili come aspetto, ma in realtà il primo è fatto con ingredienti freschi di giornata, spesso (come nel nostro caso) con prodotti DOP o IGP. Scegliere una materia prima di qualità significa dare valore al prodotto finale partendo dalle sue origini. Nel gelato artigianale non sono ammessi conservanti nè tantomeno coloranti, sono vietati anche gli aromatizzanti e gli ingredienti con Ogm.

Altra principale differenza tra il gelato artigianale e quello industriale è il volume di aria che si trova all’interno del prodotto. Nei prodotti industriali il volume di aria può arrivare anche al 100% del peso del gelato (così come consentito dalla legge).

Il gelato artigianale rispetto a quello industriale ha inferiori quantità di grassi. Il nostro gelato ha circa il 5% di grassi contro il 13% del prodotto industriale.
Tra un gelato artigianale e un gelato industriale chi vincerà il vostro palato?

Federica Sesti Osseo